lunedì 10 novembre 2008

Bassi e alti

Primi anni ’80.
Dopo la sbornia punk inizia ad apparire una scena pop pesantemente influenzata dalla new wave e dalla dance music.
Molto spesso la cosa si risolve nel giro di uno-due album, altre volte la cosa dura di più.
Quello che però non mi spiego è PERCHE’ il basso in quel periodo fosse così protagonista.
Volete dei nomi?
Mark King dei Level 42.
Pino Palladino che suonava con Paul Young (poi un po’ con tutti).
Paul Webb dei Talk Talk.
Deon Estus degli Wham!, poi con George Michael e Elton John.
Derek Forbes dei Simple Minds.
Nicky Beggs prima dei Kajagogoo, poi con Ellis Beggs and Howard.
Vi bastano? Fretless, slap, stick e chi più ne ha più ne metta.
Una messe di bass players come raramente se ne ricordano. E c’era sicuramente qualche altro bel nome che non mi ricordo.
Tutti intenti a suonare canzonette pop o poco più, con qualche eccezione.
Io non sono mai stato un cultore dello strumento ma ancora oggi appena risento quel tipo di sound mi chiedo perché in quel periodo ci fossero così tanti bravi bassisti.
Mah. Che domande del cazzo.
Ai posteri.
Intanto vi lascio con il sinuoso giro di fretless del grande Pino Palladino sul pezzo (ex-Marvin Gaye, mica cotiche) che fece uscire dall’ombra Paul Young: Wherever I lay my hat (that's my home).
Halleluja!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

hai dimenticato il più figo di tutti: john taylor dei duran duran...

DiamondDog ha detto...

Uè zio, io parlavo di gente che sapeva suonare benino......sennò c'era anche il fratello bello degli Spandau, coso....Martin Kemp.

Anonimo ha detto...

sempre a parlare di "chiavicate",
mai di MUSICA....
mavalà, patacca!

DiamondDog ha detto...

Agnul, lo sai te l'ho detto un milione di volte.
1) qua si parla di tuttunpò. Sai che noia parlare solo delle cose mega. Ci sono miliardi di background nel campo della musica che meritano, se non la Gloria, almeno un piccolo sguardo curioso.
2) puoi COMUNQUE mandarmi qualche tuo scritto di MUSICA e io te lo pubblico
2) puoi ANCHE aprire un tuo blog, che c'è ancora (nonostante il "pagliaccio") libertà di espressione.
Buona jurnata.

Anonimo ha detto...

tutti brai magari vero, ma che suono orrendo che si sceglievano!
fw

Anonimo ha detto...

Patacca di tutto il mondo, unitevi!
Dende

Anonimo ha detto...

Wow che bell'argomento! La song è stupenda come tante altre di (o cantate da) Paul Young; e pensare che il buon Paul non amava il genere musicale che faceva, lui voleva fare musica brasiliana. Mah...

Perché il basso in quel periodo? Forse perché serviva qualcosa da accoppiare alla grancassa per dare l'impulso ritmico del lato dance di questa musica; forse perché contemporaneamente cresceva un altro settore musicale, quella FUSION piena di musicisti fichi e quindi anche bassisti fichi (vedi tale Pastorius...). Poi di quegli anni c'è "The Seventh One" dei Toto, Mike Porcaro non era esattamente una chiavica...

Quanto al suono "orrendo" (che per me non lo è per niente, è "caratteristico"), è dovuto in parte alla tecnologia del periodo, molto di più secondo me al gusto di quegli anni; uscivano i primi campionatori, e di conseguenza tutto, anche le chitarre erano effettatissime; adesso (nonostante la tecnologia abbia fatto passi incredibili nel campionamento e nell'effettistica) "l'indigestione di suoni strani" è passata, si preferisce una maggior discrezione del suono degli strumenti. Si è capito che gli effetti migliori sono quelli che non balzano con violenza all'orecchio... ma domani chissà...

Anonimo ha detto...

Stè, hai leggermente dimenticato Mick Karn dei Japan poi in coppia con Peter Murphy nei Dalis Car...
Da ricordare in particolare per la sonorità emblaticamente "ottanta".
Stick? Tony Levin. Porcaro? Porc...

arc

Anonimo ha detto...

emblaticamente=embleMAticamente.

DiamondDog ha detto...

Ecco appunto arc, mi pareva di aver lasciato per strada qualcuno......però ce l'avevo qua sulla punta della lingua.